Tipologie ristoranti
» Vedere anche:Identificare e distinguere le strutture
enogastronomiche e dell'ospitalità
Buffet
vivande poste su tavoli o mobili, a libero servizio, utilizzato in caso di rinfreschi, pranzi di lavoro,
meeting, piccoli locali, villaggi turistici

Fast food

Il fast food (espressione inglese traducibile letteralmente come "cibo veloce") è un tipo
di
ristorazione di origine e principale diffusione in paesi di cultura anglosassone, servita in locali
chiamati appunto "Fast Food", veloce da preparare e da consumare. Si possono incontrare
anche fast food ambulanti che forniscono cibo simile e con le medesime modalità. È un pasto
veloce, un sistema rapido di ristorazione che a partire dagli anni ottanta ha avuto una vasta
diffusione a livello mondiale.
Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog, patate fritte, pizze, sandwich
ma anche da altri cibi derivati da cucine etniche, come la cipolla fritta, e suggerisce l'uso
massiccio di diverse salse come la senape, la maionese ed il ketchup.
Il fast food è in genere caratterizzato da un costo relativamente modesto, dall'uniformità del
servizio offerto e dall'ampia diffusione dei punti vendita.
Il modello alimentare proposto dai fast food coinvolge prevalentemente fasce più giovani, ma
anche una quota crescente di adulti, che per motivi essenzialmente legati ai ritmi lavorativi, fa
sempre maggiore ricorso a questo tipo di ristorazione.
Nei paesi latini, tradizionalmente più legati a preparazioni laboriose ovvero a sapori e
componenti più direttamente di origine rurale, il fast food è spesso considerato sinonimo di
cattiva alimentazione, sia perché costituito da pasti consumati in fretta, anche in piedi o in
auto, sia per l'insufficiente qualità e varietà degli ingredienti e per l'abbondanza di elementi fritti,
grassi, salati e zuccherati.
I cibi normalmente rientranti nel fast food, come burgers, patatine, pollo fritto e la maggior parte
delle pizze, vengono classificati tra quelli densi di energia (ad elevato contenuto di grassi e/o
zuccheri raffinati e/o con basso contenuto di fibre) ed in quanto tali, specialmente se
consumati frequentemente o in porzioni abbondanti, aumentano il rischio di obesità, che
aumenta il rischio di cancro[1].
Elevati consumi di fast food sono predittori di elevati livelli di colesterolo[2], importante fattore
di
rischio per infarto, ictus e malattie del sistema cardiocircolatorio.
I cibi proposti nei fast food, ed in particolare i burgers e le patate fritte, contengono elevate
quantità di acidi grassi trans, i quali sono associati all'incremento del rischio di malattie
cardiovascolari, alla riduzione della concentrazione di colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo
buono), aumento delle lipopotreine a bassa densità, aumento dei trigliceridi, disturbo
dell'equilibrio delle prostaglandine e promuovere insulino-resistenza, aumentando quindi il
rischio di diabete[3].
Nel tentativo di dare risposta a questi squilibri nutrizionali, i gestori delle più note catene
propongono nei propri menu anche pasti con minore apporto calorico come insalate e
macedonie.
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1 Filmografia
2 Note
3 Voci correlate
4 Altri progetti
5 Collegamenti esterni
Filmografia [modifica]
Super Size Me (2004) di Morgan Spurlock
Fast Food Nation (2006) di Richard Linklater
Focaccia blues (2009) di Nico Cirasola
Mensa

locale inserito o prossimo a luoghi di lavoro a servizio dei dipendenti o dei frequentatori
Osteria

L'osteria è un esercizio pubblico nel quale si serve prevalentemente vino e, in alcuni casi, cibi e
spuntini.
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1 Origini
2 Implicazioni sociologiche
3 Una storia delle osterie da "Comune di Rimini"
4 La più antica osteria
5 Voci correlate
6 Altri progetti
Origini [modifica]
Il termine osteria viene da 'oste', dall'antico francese oste, ostesse che a sua volta deriva dal
latino hospite(m). Una delle prime attestazioni del termine hostaria si trova nei capitolari della
magistratura dei "Signori di Notte", che, come suggerito dal nome, vegliava sulla tranquillità
notturna della Venezia del XIII secolo. L'etimologia della denominazione attuale richiama la
funzione del luogo che è appunto quella dell'ospitalità.
Pompei - Thermopolium
Locali simili alle osterie esistevano già nell'antica Roma chiamati enopolium, mentre nei
thermopolium si servivano anche cibi e bevande caldi, mantenuti a temperatura in grandi vasi di
terracotta incassati nel bancone: esempi ben conservati sono visibili presso gli scavi dell'antica
Pompei.
Le osterie sorsero, come punti di ristoro, nei luoghi di passaggio o in quelli di commercio che
nella fattispecie sono strade, incroci, piazze e mercati. Ben presto divennero anche luoghi
d'incontro e di ritrovo, di relazioni sociali. Gli edifici, spesso poveri e dimessi, assumevano
importanza in base al luogo dove sorgevano e alla vita che vi si alimentava. Il vino era l'elemento
immancabile intorno al quale tutti gli altri facoltativi giravano: il cibo, le camere da letto, la
prostituzione.
Implicazioni sociologiche [modifica]
L'osteria era, fino alla metà del 1900, un tipico luogo di ritrovo serale popolare delle persone di
sesso maschile; luogo di incontro e di socializzazione ha costituito per lungo tempo, uno dei
pochi momenti di incontro e di scambio d'idee, in aggiunta alla Chiesa e alla piazza. Dal dopo
guerra ad oggi la frequentazione di questi locali è venuta sempre meno, negli ultimi anni però si
è visto un rifiorire di questi locali che stanno recuperando la loro funzione di luogo di incontro
per ambo i sessi.
Una storia delle osterie da "Comune di Rimini" [modifica]
Le osterie le possiamo considerare come le antenate degli alberghi e delle pensioni di oggi. Il
loro numero era molto alto... Prendevano nome, di norma, dalle insegne quasi araldiche che
esponevano: un angelo, un leone, un'aquila, una corona, due spade, spesso unite ad una
frasca. Quelle anonime, più rare, si intitolavano... al nome o soprannome del proprietario.
Offrivano vino, vitto e - a volte - alloggio ed erano di differente "categoria". Le più accoglienti
ospitavano i personaggi di riguardo; le più scalcinate i pellegrini e la soldataglia. Osterie a buon
mercato si trovavano nella contrada dei magnani (cioè dei calderai). Fuori delle mura o accanto
alla stazione di posta si affacciavano altre osterie; qui alloggiava chi non aveva tempo, denaro e
le carte in regola per entrare in città. Le osterie più economiche erano situate nei pressi del
porto ad accogliere i frastornati viaggiatori che scendevano dalle barche. Alcune osterie erano
situate nei luoghi più malfamati della città, luoghi frequentati nottetempo da prostitute,
ladruncoli, vagabondi e sbirri. Nelle osterie si pernottava e si mangiava. Cosa, non lo sappiamo,
in ogni caso, fatte le dovute eccezioni, si può immaginare che i piatti saranno stati pochi e
semplici. Un'osteria ... serviva, nel 1544, una "menestra de tagliategli". Nelle osterie si
moriva,
anche. Sono stati compilati lunghi elenchi di forestieri morti nelle osterie: viandanti ammalati,
soldati feriti e soprattutto pellegrini sfiancati. Numerosissimi sono quelli che spiravano mentre
andavano o tornavano dai santuari. Agli ospedali si preferivano senz'altro le osterie. Gli osti
accoglievano senza nessuna difficoltà i passeggeri ammalati, anche gravemente: per carità
cristiana e perché, in caso di morte, "ereditavano" tutto quello che la buonanima aveva indosso.
Da "Comune di Rimini - Storia delle osterie" (liberamente tratto)
La più antica osteria [modifica]
A Ferrara, a lato del Duomo, v’è quella che è documentata (fin dal 1435) come la più antica
osteria del Rinascimento e, forse, del mondo.
Già nel ‘400 esisteva l'Hostaria del Chiucchiolino e, uscendo o evitando la porta della chiesa, ci
si infilava nel viottolo adiacente (ora via degli Adelardi 11) per assaggiare del buon vino a bordo
di una barca; l'osteria si trovava - infatti - in una piccola insenatura formata dall’acqua piovana.
Si racconta che molti ospiti illustri abbiano frequentato questo locale.
Tra loro: lo scultore Benvenuto Cellini, i poeti Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, l’astronomo
Niccolò Copernico che visse e studiò proprio sopra l’osteria.
Nel 1973, il Cardinale Stefan Wyszynski, Primate della Polonia e Karol Wojtyla, che lo
accompagnava, furono a Ferrara in occasione del V centenario della nascita dell'astronomo e,
per visitare l’abitazione dell’illustre connazionale, dovettero attraversare l'interno dell'osteria
"Albrindisi", come ora si chiama l'osteria più antica del mondo (tuttora in attività).
» Vedere anche:Storia
Paninoteca

si servono quasi esclusivamente panini, toast(s), stuzzichini e bevande
Pizzeria

Il termine pizzeria viene utilizzato per indicare differenti tipologie commerciali:
La pizzeria quale ristorante, dove si possono consumare principalmente pizze, calzoni e fritti
vari, ma in cui spesso è possibile trovare anche altre tipologie di pietanze. La struttura del
locale è analoga a quella di un qualsiasi altro tipo di ristorante, con la peculiarità che, accanto
o al posto dello chef, è presente un pizzaiolo addetto al forno e alla cottura delle pizze.
La pizzeria quale tavola calda, un locale che vende la pizza, intera o a tranci (in alcune parti
d'Italia si chiama "pizza al taglio"), da consumarsi in modalità take away (o "d'asporto")
o su
tavolini in self service.
La pizzeria dedicata alla vendita di pizze, bevande e altre pietanze esclusivamente o quasi
d'asporto, anche a domicilio tramite con l'impiego dei portapizze.
Indice [nascondi]
1 La pizzeria/ristorante
2 La pizzeria a taglio
3 La pizzeria a domicilio
4 Altri locali dove consumare la pizza
5 Le catene fast food
6 Voci correlate
La pizzeria/ristorante [modifica]
Come in un qualsiasi ristorante, gli avventori vengono serviti al tavolo da camerieri e scelgono le
ordinazioni dai menu. La pizza viene offerta al piatto, e solitamente non è possibile deciderne la
quantità precisa: la maggior parte delle pizzerie offrono solo la classica pizza tonda a
dimensione del piatto, benché alcune consentano di scegliere fra due o più grandezze (pizza
tonda piccola/media/grande) o di deciderne la lunghezza (pizza al metro).
Alcune pizzerie di questo tipo vendono anche le stesse pizze che servono ai tavoli per la
consumazione a casa. Per questo uso, vengono usati per lo più appositi contenitori di cartone.
Le più tradizionali pizzerie del centro storico di Napoli vendono, oltre alle normali pizze servite
al tavolo, anche la pizza a portafoglio, o pizza a libretto, ossia una versione più piccola,
tipicamente della pizza Margherita, piegata in quattro insieme ad un foglio di carta per alimenti
per essere consumata in strada.
La pizzeria a taglio [modifica]
La pizzeria a taglio è un esercizio commerciale per la vendita di cibi da asporto. Solitamente
dispone di un bancone all'interno del quale l'esercente presenta le teglie di pizza già preparate.
Il cliente ha la possibilità di decidere il tipo di pizza tra quelle presenti e la quantità;
quest'ultima può essere in qualche modo già predefinita dall'esercente (attraverso l'indicazione
di un trancio minimo) oppure può essere completamente libera, da indicarsi in peso o in
grandezza.
Spesso la pizzeria dispone anche di banchi e tavolini per il consumo della pizza e delle
bevande acquistate, ma sempre in modalità self-service.
La pizzeria a domicilio [modifica]
Una forma sempre più diffusa nelle grandi città per la vendita delle pizze è la consegna a
domicilio. Le pizzerie d'asporto per pubblicizzarsi diffondono volantini nella zona circostante
con il listino prezzi, recapiti ed orari ed eventuali buoni sconto come offerta di lancio.
Sul conto è spesso aggiunto al prezzo delle pizze un costo per il servizio a domicilio,
solitamente intorno ad 1 €; sono anche spesso presenti offerte cumulative e menu fissi per
convincere il cliente ad ordinare più pietanze così da risparmiare sulle spese di trasporto.
La consegna a domicilio è svolta dai portapizze che si muovono quasi sempre con ciclomotori
a cui sono installati speciali cassoni.
In questi cassoni vengono riposti i sacchi thermos usati per conservare calde le pizze.
Altri locali dove consumare la pizza [modifica]
La pizza viene spesso venduta anche nelle rosticcerie, kebaberie (dove assume la forma di
pita), panifici, gastronomie, ipermercati ed altri tipi di rivendita.
Le catene fast food [modifica]
Esistono catene fast food che coniugano la possibilità di mangiare la pizza con la velocità e la
facilità tipica di questi locali. In Italia, la catena più famosa è Spizzico. In sostanza, viene
riproposta in maniera industriale la classica pizzeria a taglio italiana. Negli Stati Uniti una delle
catene più famose è Pizza Hut.
Ristorante

locale formale con posti assegnati e servizio al tavolo
Self service

ritiro dei piatti proposti da parte del cliente senza servizio ai tavoli
Taverna

La taverna è un locale pubblico nel quale il cliente può ordinare da bere e da mangiare.
Le taverne si differenziano dai bar poiché, solitamente, il loro orario di esercizio è prettamente
serale e inoltre possono servire pasti completi. In definitiva le taverne sono una via di mezzo fra
i bar e le trattorie.
Origini ed Etimologia
Derivano dalle tabernae dell'antica Roma, cioè negozi alimentari che offrivano la possibilità di
consumare cibi e bevande in loco e, in alcuni casi, perfino di alloggiare[1].
Tavola calda

Per tavola calda si intende tutta la produzione di rosticceria o snack di prodotti salati. Fra essi
si annoverano gli arancini, le cartocciate, le cipolline, i paté, i supplì, le pizzette ed altre varietà
locali presenti in ogni regione italiana.
Nel Nord Italia, generalmente, si sostituisce il termine "tavola calda" con quello "tavola
fredda".
Questa distinzione ha un'origine storica: infatti nel Medioevo nell'Italia settentrionale i cibi
consumati erano perlopiù freddi e vi era una grande differenza con i locali nel meridione dove si
mangiavano spesso piatti caldi come minestre o pizze
Trattoria

La trattoria è un esercizio pubblico, prevalentemente di tipo popolare, destinato alla vendita e
consumazione dei pasti in loco.
Alcuni di questi esercizi possono essere rinomati e ricercati per la qualità dei cibi e per la
caratterizzazione, quasi sempre di cucina locale-regionale, delle preparazioni.
L'economicità dei prezzi praticati è una attrattiva di questi locali a cui fa riscontro una maggiore
semplicità nel servizio e negli arredi, ma non nella qualità e quantità dei cibi offerti che spesso
è di ottimo livello.
Possibili evoluzioni [modifica]
Il relativo cambiamento delle zone agricole, con la riduzione degli addetti in agricoltura e con il
fenomeno dell'inurbamento, con la modificazione urbanistica e insediativa dei centri storici, la
trasformazione in centri prevalentemente dedicati ad attività amministrative e direzionali e il
conseguente allontanamento degli insediamenti tradizionali (abitazioni popolari, attività di
piccolo artigianato, commercio di servizio), fa rilevare e prevedere una possibile scomparsa e
snaturamento della tipica trattoria.
Insegna della trattoria Malvina che si trova in Emilia.
L'avvicendamento nelle gestioni di tali locali, con il subentro di commercianti e addetti slegati
dalle tradizioni popolari e dal tessuto locale che ne hanno sostenuto la diffusione, aggrava
ulteriormente il fenomeno rendendoli irriconoscibili e avulsi dal contesto del territorio in cui
insistono.
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