bullet3 Ristorazione

Servizio che si occupa della preparazione e dell'allestimento di pasti. Generalmente viene ospitato in locali appositi, i ristoranti, appunto, o in sedi atte a ospitare un gran numero di consumatori, come le mense; in quest'ultimo caso si parla di ristorazione collettiva.



bullet4 Storia

Il ristorante, inteso come locale pubblico in cui sono serviti pasti preparati nell'attigua cucina, nasce in epoca moderna. Luoghi di ristorazione erano già noti, generalmente situati lungo le vie di comunicazione, e fornivano vitto, alloggio e stallaggio. Erano punti di sosta quasi obbligatori per i viandanti; qui gli avventori pasteggiavano seduti a un'unica tavolata; l'oste elencava a voce i cibi disponibili e, sempre verbalmente, veniva pattuito il prezzo della consumazione. Il ristorante nacque invece in città, e si differenziò da osterie e locande in quanto le preparazioni disponibili erano elencate in un'apposita carta affissa e i clienti sedevano a tavoli individuali, dove venivano serviti. Il primo ristorante nacque a Parigi nel 1765 a opera di un tale Boulanger che offriva brodi, carni bollite e uova. Il locale divenne famoso anche per un piatto, i "piedini di montone in salsa bianca" che perfino re Luigi XV volle gustare e se li fece servire a Versailles; ma si dice che il sovrano, grand gourmet, non li trovò entusiasmanti. Nel 1773 aprì un altro ristorante, il Lamy. Entrambi i locali, però, erano modesti, non molto diversi dalle osterie e dalle locande. Solo nel 1782 venne inaugurato un ristorante lussuoso che proponeva vivande raffinate. Tuttavia, questi esercizi pubblici si diffusero con successo solo con la Rivoluzione francese: i nobili che espatriavano, infatti, licenziarono i cuochi al loro servizio, che erano tra i migliori di Francia. Questi cominciarono ad aprire ristoranti a Parigi, città in cui convergevano politici, giornalisti, uomini d'affari, che giungevano nella capitale per vivere più da vicino l'importante momento storico. Non avendo però qui una casa dove ristorarsi divennero i migliori e più assidui frequentatori dei ristoranti. All'inizio dell'Ottocento altre città europee seguirono l'esempio così che la ristorazione cominciò a diffondersi. I migliori ristoranti si trovavano in ambienti lussuosi e raffinati, e offrivano cibi di prima scelta serviti da personale in livrea. Liste delle vivande e menù cominciarono a essere stampati e i ricchi borghesi, ormai affermatisi sulla nobiltà, costituirono la più fedele clientela.



» Vedere documento: http://www.ristoranteallastanga.it/

  • I ristorante a Parigi 1765


     
    • Boulanger
      I ristoratore


       
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  • I ristorante di lusso 1789
    I nobili che espatriavano licenziarono  i cuochi al loro servizio, che erano tra i  migliori di Francia. Questi cominciarono ad aprire ristoranti a Parigi, città in cui convergevano politici, giornalisti, uomini d'affari, che giungevano nella capitale per vivere più da vicino l'importante momento storico.

    I ristoranti quindi imitano le corti.






     
    • Rivoluzione francese


       

bullet4 VEGETARIANISMO

Vegetarianismo

Vegetarianismo Pratica alimentare basata su convinzioni filosofiche, che consiste nel cibarsi quasi esclusivamente di alimenti di origine vegetale, escludendo dalla dieta la carne di qualsiasi natura essa sia. Al contrario del veganismo, il vegetarianismo può includere nell'elenco degli alimenti consentiti alcuni cibi di origine animale, ossia latte, burro, latticini e uova. Esclude invece il pollame e il pesce anche se quest'ultimo è l'alimento animale più tollerato. Il vegetarianismo ha radici antiche, in quanto l'uomo, in origine, era probabilmente vegetariano.

Sebbene il vegetarianismo sia nato come pratica etico-religiosa, nel tempo si è diffuso tra la gente anche per ragioni di carattere estetico, nutrizionale o economico. I vegetariani per scelta etica rifiutano la carne perché considerano l'uccisione e la macellazione degli animali attività crudeli e degradanti. Chi aderisce, invece, al vegetarianismo per ragioni salutistiche considera la carne un alimento dannoso per l'organismo umano e ritiene che un regime alimentare esclusivamente a base di vegetali sia più nutriente. Alcuni vegetariani rifiutano di mangiare la carne come forma di protesta contro le condizioni in cui sono tenuti gli animali da allevamento. Dal momento che l'allevamento di animali da carne comporta costi molto più elevati delle colture di cereali e altri ortaggi, alcuni vegetariani sostengono che, considerati i problemi della fame del mondo, cibarsi di carne rappresenti un inutile spreco di risorse preziose. Poiché l'assenza di carne in una dieta può comportare carenze proteiche, i vegetariani devono curarsi di assumere quantità adeguate di proteine vegetali di ottima qualità quali quelle presenti nei legumi, specie se abbinati a cereali.

A seconda della rigidità delle norme alimentari seguite, si distinguono diversi tipi di vegetariani: quelli puri, noti come vegani, rifiutano ogni genere di cibo di provenienza animale, compresi uova e latticini. Un'altra categoria di vegetariani rinuncia soltanto ai cibi la cui produzione comporta necessariamente la morte dell'animale. Esponenti più moderati dell'etica vegetariana si concedono il consumo di cibi che, secondo precisi parametri, si ottengono senza causare all'animale sofferenze inutili, come nel caso del pesce catturato con le reti. La maggior parte dei vegetariani sostiene la necessità di un'alimentazione il più possibile naturale e perciò condanna l'utilizzo di prodotti chimici in agricoltura e rifiuta i processi industriali di lavorazione e di conservazione degli alimenti.



  • VEGANISMO
    Veganismo

    Veganismo Pratica che consiste nell'esclusione, per ragioni morali, sociali o religiose, di ogni prodotto di origine animale dalla propria dieta (ad esempio carne, pesce, latticini, uova, gelatine); il più delle volte le persone che praticano il veganismo, chiamati vegani, condannano anche l'acquisto di pellicce e di capi in pelle e, dunque, seguono regole piu restrittive dei vegetariani.

    Sono diversi i motivi per cui una persona sceglie di diventare vegana: nella maggior parte dei casi, alla base della decisione sta la condanna dell'uccisione e dello sfruttamento degli animali per trarne profitto; alcuni sono fermamente convinti, invece, che la dieta vegana sia più sana. Molti sostenitori di questa filosofia ritengono, inoltre, che l'allevamento di animali a scopo alimentare rappresenti uno sfruttamento antieconomico delle risorse naturali e che, ad esempio, i terreni adibiti a pascolo potrebbero venire più proficuamente destinati a colture di ortaggi o di altre piante commestibili, che aumenterebbero le disponibilità alimentari del nostro pianeta.

    Negli ultimi anni la preoccupazione per l'alta concentrazione di grassi (presenti soprattutto nella carne e nei latticini), tipica di molti regimi alimentari occidentali e fonte di numerose malattie, tra cui quelle cardiovascolari, ha favorito la diffusione del veganismo. All'opinione diffusa che l'alimentazione vegana non sia equilibrata si va sostituendo la convinzione che il suo basso contenuto di grassi e il suo alto contenuto di fibre rappresentino un'alternativa dietetica sana, particolarmente efficace nella riduzione del colesterolo. I vegani, tuttavia, devono curarsi di bilanciare attentamente i propri pasti per assicurarsi di assumere tutti i nutrienti fondamentali. È, dunque, essenziale che nella dieta siano presenti legumi, cereali, verdura fresca e frutta fresca e secca. In particolare l'abbinamento dei cereali con i legumi (ad esempio nella pasta e fagioli) fornisce proteine vegetali di ottimo valore nutritivo. Vedi anche Scienza della nutrizione.




     
  • Soia
    Tofu o taufu= formaggio di soia (attenzione che la soia nel 90% e ogm)

    Miso= una pasta fermentata di soia e altri cereali, usata per insaporire i cibi in sostituzione dei dadi

    Poiché non contiene glutine, questa farina può essere usata da chi ha problemi di intolleranza a questo alimento.


    Soia

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    INTRODUZIONE

    Soia Nome comune della leguminosa annuale classificata Glycine max nella famiglia delle papilionacee, originaria delle regioni orientali della Cina e ampiamente coltivata per i suoi semi commestibili, particolarmente ricchi di proteine vegetali. Gli Stati Uniti ne sono i principali produttori mondiali e i paesi dell’Asia orientale i principali consumatori; da quando se ne conosce il particolare valore nutrizionale, tuttavia, la coltivazione della soia si sta diffondendo anche in Europa, dove costituisce uno degli alimenti base delle diete vegetariane e macrobiotiche.

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    CARATTERISTICHE FISICHE E COLTURALI

    La pianta di soia presenta un fusto eretto rivestito di una sottile peluria, lungo 0,5-1,5 m, ampie foglie composte trifogliate, piccoli fiori bianchi o purpurei e corti baccelli contenenti da 1 a 4 semi. La maturazione si svolge nell’arco di 100-150 giorni, a seconda della varietà e delle condizioni ambientali. Al termine di questo periodo, le foglie si ingialliscono e si staccano dalla pianta; anche i baccelli cambiano colore, diventano marroni e si rinsecchiscono progressivamente. I semi di soia hanno una forma sferoidale e, a seconda delle varietà, colori diversi, dal giallo al nero, al marrone o al verde. In genere presentano un ilo (una piccola cicatrice circolare) di colore nero, marrone o giallo; sono composti per il 20% da olio e per il 40% da proteine.

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    DISTRIBUZIONE E PRODOTTI DERIVATI

    La soia viene coltivata fin dall'antichità da cinesi, giapponesi e coreani, per i quali costituisce da sempre un'importante fonte alimentare. Nel XVIII secolo fu portata in Europa e agli inizi del XIX secolo negli Stati Uniti, dove per anni fu coltivata come prodotto agricolo secondario, destinato alla produzione di foraggio. Nei primi anni Venti lo sviluppo dell'industria della trasformazione della soia diede un notevole impulso alla coltivazione di questo legume, che oggi costituisce il terzo prodotto agricolo statunitense, dopo il mais e il grano. Gli Stati Uniti producono circa il 60% della soia venduta nel mondo e destinano il 30% circa della loro produzione all'esportazione. Il Brasile e la Cina detengono rispettivamente una quota del 14% e del 10% della produzione mondiale e coltivazioni di soia si trovano, inoltre, anche in Argentina, a Taiwan, in Canada e in India.

    Dai semi di soia si ricava un particolare olio, che viene utilizzato come tale o trasformato in margarina e altre sostanze alimentari. Lo stesso olio viene, inoltre, impiegato nella produzione di pitture e vernici, gomme industriali, saponi, inchiostri da stampa, nonché della nota lecitina. La pasta risultante dal processo di spremitura dell'olio è ricca di proteine e viene spesso impiegata come integratore per mangimi animali.

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    CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI E USI ALIMENTARI

    Come tutti i legumi (fagioli, piselli e lenticchie), anche la soia è ricca di vitamine del gruppo B, di ferro e di potassio. In 100 g di prodotto essiccato sono presenti circa 23 g di carboidrati, 37 g di proteine e 19 g di lipidi, per un apporto calorico totale di 409 kcal.

    La soia è una delle fonti proteiche vegetali più economiche e utili al mondo: il suo impiego alimentare è diffuso soprattutto in Asia, dove viene consumata al naturale o sotto altra forma, ad esempio di farina o di un liquido da essa derivato, comunemente chiamato latte. L’alto contenuto di proteine conferisce alle fibre ottenute dalla lavorazione della soia una consistenza simile a quella della carne, sebbene accompagnata da una quasi totale assenza di sapore. La farina di soia viene prodotta dopo l’estrazione dell’olio presente nei semi; questi ultimi vengono essiccati e macinati; la polvere che ne deriva viene mescolata con acqua in modo da ottenere un impasto da cuocere al vapore. Attraverso una lavorazione ulteriore, questo impasto può essere trasformato in prodotti simili a carne tritata o a spezzatino, che vengono venduti disidratati e poi reidratati durante la cottura.

    La salsa di soia, caratteristica della cucina orientale, si ottiene tramite la fermentazione dei semi; particolarmente ricca di sale, viene utilizzata per insaporire le pietanze. Altri sottoprodotti della soia sono il latte di soia, facilmente digeribile e pertanto usato come sostituto del latte vaccino; il tofu, o formaggio di soia; il miso, una pasta fermentata di soia e altri cereali, usata per insaporire i cibi in sostituzione dei dadi; infine la farina di soia, utilizzata anche per produrre pane e dolci con un contenuto supplementare di proteine. Poiché non contiene glutine, questa farina può essere usata da chi ha problemi di intolleranza a questo alimento. L'olio di semi di soia è di colore giallo tenue, ha sapore delicato ed è ricco di grassi polinsaturi; può anche essere trasformato in margarina di soia. Infine, si possono consumare anche i germogli di soia, che sono particolarmente ricchi di vitamina C.

    Classificazione scientifica: La soia è classificata Glycine max nella famiglia delle papilionacee, ordine fabali (leguminose), classe dicotiledoni, divisione angiosperme.










     
  • Seitan
    caglio del frumento, glutine


     

bullet4 CUCINA MACROBIOTICA

alimentazione che esclude utilizzo delle solonacee oltre ad essere vegetariana.

Solonacee

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INTRODUZIONE

Solanacee Famiglia di piante prevalentemente erbacee, comprendente circa 90 generi e 2000 specie, molte delle quali orticole e da giardino, come il pomodoro, la petunia, il tabacco, l’alchechengi, il peperoncino ornamentale, e molte piante velenose. La famiglia è rappresentata in tutte le regioni tropicali e temperate del mondo.

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CARATTERISTICHE E PROPRIETÀ

La maggior parte delle solanacee hanno portamento erbaceo; meno frequenti sono le specie legnose, soprattutto quelle arboree. Molte sono caratterizzate da abbondanti peli; le foglie possono essere semplici o composte; i fiori, spesso molto appariscenti o riuniti in infiorescenze, hanno cinque sepali, cinque petali, cinque stami e un unico pistillo. I tipi di frutti più frequenti sono la bacca e la capsula.

Le solanacee velenose contengono tre tipi principali di alcaloidi: il tropano, presente nella belladonna, nella datura e nel giusquiamo nero; la piridina, nel tabacco; e gli steroidi, che si trovano in alcune specie del genere Solanum.

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SPECIE RAPPRESENTATIVE

Al genere Solanum appartengono alcune tra le specie di maggiore importanza economica: il pomodoro (Solanum lycopersicum), la patata (Solanum tuberosum) e la melanzana (Solanum melongena). Un altro ortaggio della famiglia, comune in tutte le regioni temperate del mondo, è il peperone (Capsicum annuum). Pure di grande importanza economica è il tabacco (Nicotiana tabacum), le cui foglie seccate e opportunamente lavorate vengono fumate. Alcune delle solanacee apprezzate per il loro valore ornamentale sono la petunia (genere Petunia) e l’alchechengi (Physalis franchetii).

Tra le specie officinali, infine, l’erba morella (Solanum nigrum) ha proprietà analgesiche e sedative; lo stramonio (Datura stramonium) ha foglie da cui si ricavano preparati utili contro l’insonnia e l’asma; la belladonna (Atropa belladonna) vanta proprietà antispastiche utili nella cura dell’asma e dei disturbi intestinali.

Classificazione scientifica: Le solanacee costituiscono una famiglia dell’ordine delle solanali, classe dicotiledoni, divisione angiosperme.


bullet4 Ristor. collettiva

Le mense


bullet4 Tipologie ristoranti

  • Buffet
    vivande poste su tavoli o mobili, a libero servizio, utilizzato in caso di rinfreschi, pranzi di lavoro, meeting, piccoli locali, villaggi turistici



     
    •  
       
  • Fast food

    Il fast food (espressione inglese traducibile letteralmente come "cibo veloce") è un tipo di ristorazione di origine e principale diffusione in paesi di cultura anglosassone, servita in locali chiamati appunto "Fast Food", veloce da preparare e da consumare. Si possono incontrare anche fast food ambulanti che forniscono cibo simile e con le medesime modalità. È un pasto veloce, un sistema rapido di ristorazione che a partire dagli anni ottanta ha avuto una vasta diffusione a livello mondiale.


    Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog, patate fritte, pizze, sandwich ma anche da altri cibi derivati da cucine etniche, come la cipolla fritta, e suggerisce l'uso massiccio di diverse salse come la senape, la maionese ed il ketchup.


    Il fast food è in genere caratterizzato da un costo relativamente modesto, dall'uniformità del servizio offerto e dall'ampia diffusione dei punti vendita.


    Il modello alimentare proposto dai fast food coinvolge prevalentemente fasce più giovani, ma anche una quota crescente di adulti, che per motivi essenzialmente legati ai ritmi lavorativi, fa sempre maggiore ricorso a questo tipo di ristorazione.


    Nei paesi latini, tradizionalmente più legati a preparazioni laboriose ovvero a sapori e componenti più direttamente di origine rurale, il fast food è spesso considerato sinonimo di cattiva alimentazione, sia perché costituito da pasti consumati in fretta, anche in piedi o in auto, sia per l'insufficiente qualità e varietà degli ingredienti e per l'abbondanza di elementi fritti, grassi, salati e zuccherati.


    I cibi normalmente rientranti nel fast food, come burgers, patatine, pollo fritto e la maggior parte delle pizze, vengono classificati tra quelli densi di energia (ad elevato contenuto di grassi e/o zuccheri raffinati e/o con basso contenuto di fibre) ed in quanto tali, specialmente se consumati frequentemente o in porzioni abbondanti, aumentano il rischio di obesità, che aumenta il rischio di cancro[1].


    Elevati consumi di fast food sono predittori di elevati livelli di colesterolo[2], importante fattore di rischio per infarto, ictus e malattie del sistema cardiocircolatorio.


    I cibi proposti nei fast food, ed in particolare i burgers e le patate fritte, contengono elevate quantità di acidi grassi trans, i quali sono associati all'incremento del rischio di malattie cardiovascolari, alla riduzione della concentrazione di colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo buono), aumento delle lipopotreine a bassa densità, aumento dei trigliceridi, disturbo dell'equilibrio delle prostaglandine e promuovere insulino-resistenza, aumentando quindi il rischio di diabete[3].


    Nel tentativo di dare risposta a questi squilibri nutrizionali, i gestori delle più note catene propongono nei propri menu anche pasti con minore apporto calorico come insalate e macedonie.


    Indice  [nascondi]

    1 Filmografia

    2 Note

    3 Voci correlate

    4 Altri progetti

    5 Collegamenti esterni

    Filmografia [modifica]


    Super Size Me (2004) di Morgan Spurlock

    Fast Food Nation (2006) di Richard Linklater

    Focaccia blues (2009) di Nico Cirasola



     
  • Mensa

    locale inserito o prossimo a luoghi di lavoro a servizio dei dipendenti o dei frequentatori


     
  • Osteria

    L'osteria è un esercizio pubblico nel quale si serve prevalentemente vino e, in alcuni casi, cibi e spuntini.


    Indice  [nascondi]

    1 Origini

    2 Implicazioni sociologiche

    3 Una storia delle osterie da "Comune di Rimini"

    4 La più antica osteria

    5 Voci correlate

    6 Altri progetti

    Origini [modifica]


    Il termine osteria viene da 'oste', dall'antico francese oste, ostesse che a sua volta deriva dal latino hospite(m). Una delle prime attestazioni del termine hostaria si trova nei capitolari della magistratura dei "Signori di Notte", che, come suggerito dal nome, vegliava sulla tranquillità notturna della Venezia del XIII secolo. L'etimologia della denominazione attuale richiama la funzione del luogo che è appunto quella dell'ospitalità.




    Pompei - Thermopolium

    Locali simili alle osterie esistevano già nell'antica Roma chiamati enopolium, mentre nei thermopolium si servivano anche cibi e bevande caldi, mantenuti a temperatura in grandi vasi di terracotta incassati nel bancone: esempi ben conservati sono visibili presso gli scavi dell'antica Pompei.


    Le osterie sorsero, come punti di ristoro, nei luoghi di passaggio o in quelli di commercio che nella fattispecie sono strade, incroci, piazze e mercati. Ben presto divennero anche luoghi d'incontro e di ritrovo, di relazioni sociali. Gli edifici, spesso poveri e dimessi, assumevano importanza in base al luogo dove sorgevano e alla vita che vi si alimentava. Il vino era l'elemento immancabile intorno al quale tutti gli altri facoltativi giravano: il cibo, le camere da letto, la prostituzione.


    Implicazioni sociologiche [modifica]


    L'osteria era, fino alla metà del 1900, un tipico luogo di ritrovo serale popolare delle persone di sesso maschile; luogo di incontro e di socializzazione ha costituito per lungo tempo, uno dei pochi momenti di incontro e di scambio d'idee, in aggiunta alla Chiesa e alla piazza. Dal dopo guerra ad oggi la frequentazione di questi locali è venuta sempre meno, negli ultimi anni però si è visto un rifiorire di questi locali che stanno recuperando la loro funzione di luogo di incontro per ambo i sessi.


    Una storia delle osterie da "Comune di Rimini" [modifica]


    Le osterie le possiamo considerare come le antenate degli alberghi e delle pensioni di oggi. Il loro numero era molto alto... Prendevano nome, di norma, dalle insegne quasi araldiche che esponevano: un angelo, un leone, un'aquila, una corona, due spade, spesso unite ad una frasca. Quelle anonime, più rare, si intitolavano... al nome o soprannome del proprietario. Offrivano vino, vitto e - a volte - alloggio ed erano di differente "categoria". Le più accoglienti ospitavano i personaggi di riguardo; le più scalcinate i pellegrini e la soldataglia. Osterie a buon mercato si trovavano nella contrada dei magnani (cioè dei calderai). Fuori delle mura o accanto alla stazione di posta si affacciavano altre osterie; qui alloggiava chi non aveva tempo, denaro e le carte in regola per entrare in città. Le osterie più economiche erano situate nei pressi del porto ad accogliere i frastornati viaggiatori che scendevano dalle barche. Alcune osterie erano situate nei luoghi più malfamati della città, luoghi frequentati nottetempo da prostitute, ladruncoli, vagabondi e sbirri. Nelle osterie si pernottava e si mangiava. Cosa, non lo sappiamo, in ogni caso, fatte le dovute eccezioni, si può immaginare che i piatti saranno stati pochi e semplici. Un'osteria ... serviva, nel 1544, una "menestra de tagliategli". Nelle osterie si moriva, anche. Sono stati compilati lunghi elenchi di forestieri morti nelle osterie: viandanti ammalati, soldati feriti e soprattutto pellegrini sfiancati. Numerosissimi sono quelli che spiravano mentre andavano o tornavano dai santuari. Agli ospedali si preferivano senz'altro le osterie. Gli osti accoglievano senza nessuna difficoltà i passeggeri ammalati, anche gravemente: per carità cristiana e perché, in caso di morte, "ereditavano" tutto quello che la buonanima aveva indosso.


    Da "Comune di Rimini - Storia delle osterie" (liberamente tratto)


    La più antica osteria [modifica]


    A Ferrara, a lato del Duomo, v’è quella che è documentata (fin dal 1435) come la più antica osteria del Rinascimento e, forse, del mondo.


    Già nel ‘400 esisteva l'Hostaria del Chiucchiolino e, uscendo o evitando la porta della chiesa, ci si infilava nel viottolo adiacente (ora via degli Adelardi 11) per assaggiare del buon vino a bordo di una barca; l'osteria si trovava - infatti - in una piccola insenatura formata dall’acqua piovana.


    Si racconta che molti ospiti illustri abbiano frequentato questo locale.


    Tra loro: lo scultore Benvenuto Cellini, i poeti Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, l’astronomo Niccolò Copernico che visse e studiò proprio sopra l’osteria.


    Nel 1973, il Cardinale Stefan Wyszynski, Primate della Polonia e Karol Wojtyla, che lo accompagnava, furono a Ferrara in occasione del V centenario della nascita dell'astronomo e, per visitare l’abitazione dell’illustre connazionale, dovettero attraversare l'interno dell'osteria "Albrindisi", come ora si chiama l'osteria più antica del mondo (tuttora in attività).


    » Vedere anche:Storia
     
  • Paninoteca

    si servono quasi esclusivamente panini, toast(s), stuzzichini e bevande


     
  • Pizzeria

    Il termine pizzeria viene utilizzato per indicare differenti tipologie commerciali:


    La pizzeria quale ristorante, dove si possono consumare principalmente pizze, calzoni e fritti vari, ma in cui spesso è possibile trovare anche altre tipologie di pietanze. La struttura del locale è analoga a quella di un qualsiasi altro tipo di ristorante, con la peculiarità che, accanto o al posto dello chef, è presente un pizzaiolo addetto al forno e alla cottura delle pizze.

    La pizzeria quale tavola calda, un locale che vende la pizza, intera o a tranci (in alcune parti d'Italia si chiama "pizza al taglio"), da consumarsi in modalità take away (o "d'asporto") o su tavolini in self service.

    La pizzeria dedicata alla vendita di pizze, bevande e altre pietanze esclusivamente o quasi d'asporto, anche a domicilio tramite con l'impiego dei portapizze.

    Indice  [nascondi]

    1 La pizzeria/ristorante

    2 La pizzeria a taglio

    3 La pizzeria a domicilio

    4 Altri locali dove consumare la pizza

    5 Le catene fast food

    6 Voci correlate

    La pizzeria/ristorante [modifica]


    Come in un qualsiasi ristorante, gli avventori vengono serviti al tavolo da camerieri e scelgono le ordinazioni dai menu. La pizza viene offerta al piatto, e solitamente non è possibile deciderne la quantità precisa: la maggior parte delle pizzerie offrono solo la classica pizza tonda a dimensione del piatto, benché alcune consentano di scegliere fra due o più grandezze (pizza tonda piccola/media/grande) o di deciderne la lunghezza (pizza al metro).


    Alcune pizzerie di questo tipo vendono anche le stesse pizze che servono ai tavoli per la consumazione a casa. Per questo uso, vengono usati per lo più appositi contenitori di cartone.


    Le più tradizionali pizzerie del centro storico di Napoli vendono, oltre alle normali pizze servite al tavolo, anche la pizza a portafoglio, o pizza a libretto, ossia una versione più piccola, tipicamente della pizza Margherita, piegata in quattro insieme ad un foglio di carta per alimenti per essere consumata in strada.


    La pizzeria a taglio [modifica]


    La pizzeria a taglio è un esercizio commerciale per la vendita di cibi da asporto. Solitamente dispone di un bancone all'interno del quale l'esercente presenta le teglie di pizza già preparate. Il cliente ha la possibilità di decidere il tipo di pizza tra quelle presenti e la quantità; quest'ultima può essere in qualche modo già predefinita dall'esercente (attraverso l'indicazione di un trancio minimo) oppure può essere completamente libera, da indicarsi in peso o in grandezza.

    Spesso la pizzeria dispone anche di banchi e tavolini per il consumo della pizza e delle bevande acquistate, ma sempre in modalità self-service.


    La pizzeria a domicilio [modifica]


    Una forma sempre più diffusa nelle grandi città per la vendita delle pizze è la consegna a domicilio. Le pizzerie d'asporto per pubblicizzarsi diffondono volantini nella zona circostante con il listino prezzi, recapiti ed orari ed eventuali buoni sconto come offerta di lancio.


    Sul conto è spesso aggiunto al prezzo delle pizze un costo per il servizio a domicilio, solitamente intorno ad 1 €; sono anche spesso presenti offerte cumulative e menu fissi per convincere il cliente ad ordinare più pietanze così da risparmiare sulle spese di trasporto.


    La consegna a domicilio è svolta dai portapizze che si muovono quasi sempre con ciclomotori a cui sono installati speciali cassoni.


    In questi cassoni vengono riposti i sacchi thermos usati per conservare calde le pizze.


    Altri locali dove consumare la pizza [modifica]


    La pizza viene spesso venduta anche nelle rosticcerie, kebaberie (dove assume la forma di pita), panifici, gastronomie, ipermercati ed altri tipi di rivendita.


    Le catene fast food [modifica]


    Esistono catene fast food che coniugano la possibilità di mangiare la pizza con la velocità e la facilità tipica di questi locali. In Italia, la catena più famosa è Spizzico. In sostanza, viene riproposta in maniera industriale la classica pizzeria a taglio italiana. Negli Stati Uniti una delle catene più famose è Pizza Hut.


     
  • Ristorante

    locale formale con posti assegnati e servizio al tavolo


     
  • Self service

    ritiro dei piatti proposti da parte del cliente senza servizio ai tavoli



     
    • Free-flow

      isole tematiche con accesso libero da parte del cliente


       
  • Taverna

    La taverna è un locale pubblico nel quale il cliente può ordinare da bere e da mangiare.


    Le taverne si differenziano dai bar poiché, solitamente, il loro orario di esercizio è prettamente serale e inoltre possono servire pasti completi. In definitiva le taverne sono una via di mezzo fra i bar e le trattorie.


    Origini ed Etimologia


    Derivano dalle tabernae dell'antica Roma, cioè negozi alimentari che offrivano la possibilità di consumare cibi e bevande in loco e, in alcuni casi, perfino di alloggiare[1].




     
  • Tavola calda

    Per tavola calda si intende tutta la produzione di rosticceria o snack di prodotti salati. Fra essi si annoverano gli arancini, le cartocciate, le cipolline, i paté, i supplì, le pizzette ed altre varietà locali presenti in ogni regione italiana.


    Nel Nord Italia, generalmente, si sostituisce il termine "tavola calda" con quello "tavola fredda". Questa distinzione ha un'origine storica: infatti nel Medioevo nell'Italia settentrionale i cibi consumati erano perlopiù freddi e vi era una grande differenza con i locali nel meridione dove si mangiavano spesso piatti caldi come minestre o pizze


     
  • Trattoria

    La trattoria è un esercizio pubblico, prevalentemente di tipo popolare, destinato alla vendita e consumazione dei pasti in loco.


    Alcuni di questi esercizi possono essere rinomati e ricercati per la qualità dei cibi e per la caratterizzazione, quasi sempre di cucina locale-regionale, delle preparazioni.


    L'economicità dei prezzi praticati è una attrattiva di questi locali a cui fa riscontro una maggiore semplicità nel servizio e negli arredi, ma non nella qualità e quantità dei cibi offerti che spesso è di ottimo livello.


    Possibili evoluzioni [modifica]


    Il relativo cambiamento delle zone agricole, con la riduzione degli addetti in agricoltura e con il fenomeno dell'inurbamento, con la modificazione urbanistica e insediativa dei centri storici, la trasformazione in centri prevalentemente dedicati ad attività amministrative e direzionali e il conseguente allontanamento degli insediamenti tradizionali (abitazioni popolari, attività di piccolo artigianato, commercio di servizio), fa rilevare e prevedere una possibile scomparsa e snaturamento della tipica trattoria.




    Insegna della trattoria Malvina che si trova in Emilia.

    L'avvicendamento nelle gestioni di tali locali, con il subentro di commercianti e addetti slegati dalle tradizioni popolari e dal tessuto locale che ne hanno sostenuto la diffusione, aggrava ulteriormente il fenomeno rendendoli irriconoscibili e avulsi dal contesto del territorio in cui insistono.



     

bullet4 Tipologie bar

  • American bar=cocktail bar

    è un locale accogliente e ben arredato, con un banco lungo e molti sgabelli. Vi sono salottini con luce soffusa e musica in sottofondo. È particolarmente diffuso nelle grandi città. Per fare risaltare l’importanza del banco e del rapporto del barman con la clientela, si evita di disporre la macchina da caffè sul banco, sistemandola nel retrobanco o nell’office. In questo locale la professionalità può raggiungere i massimi livelli, con la proposta di ottimi cocktail e invitanti snack. Il lavoro inizia nel tardo pomeriggio e continua fino a notte inoltrata.


     
  • Aperitive bar:
    si trova nei grandi centri urbani; questo locale propone ottimi aperitivi serviti con eccellenti stuzzichini assortiti e fantasiosi. Per valorizzare la propria offerta è dotato di un banco molto ampio e lungo, che diventa un eccezionale punto di esposizione e attrazione. Per il tipo di lavoro svolto, si richiede professionalità e molta fantasia.


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  • Bar caffè=caffetteria

    è il classico bar, punto di incontro e di ritrovo. Spesso vi si trovano, in apposite sale, giochi di intrattenimento quali il biliardo, il gioco delle carte, freccette, videogiochi, flipper, scacchi, ecc. Il servizio è solitamente basato sulla caffetteria e sulle bevande non miscelate (ovvero pochi cocktail).


     
  • Bar pasticceria

    è caratterizzato dalla vendita di prodotti di pasticceria, e ha quasi sempre annesso l’apposito laboratorio. Diventa quindi un punto di acquisto e consumo di questi prodotti, con affiancato il servizio di caffetteria e di bevande non miscelate. È il locale ideale per svolgere il servizio del tea time, il servizio pomeridiano con tè o caffè

    accompagnati da torte e altri dolci. Spesso vi è anche una tea room, una o più sale attrezzate per il servizio del tè.



     
  • Bar gelateria:

    come dice il nome, si tratta di un locale il cui il prodotto principale è il gelato, spesso preparato nel locale stesso.



     
  • Bar di ristorante:

    è un bar spesso sottoutilizzato, riservato principalmente al servizio di caffetteria, digestivi e alla distribuzione di bevande per i clienti al tavolo. Dovrebbe invece essere valorizzato anche per il servizio degli aperitivi e come area di ricevimento e intrattenimento dei clienti in attesa che un tavolo si liberi oppure che aspettano altri commensali.



     
  • Bar d’albergo

    all’interno dell’albergo possiamo trovare più bar, tra i quali il bar della hall e quello della piscina. Il bar della hall è situato, come dice il nome, nei pressi della hall, e il cliente ha la possibilità di sedersi nella saletta oppure direttamente nell’atrio. Il tipo di lavoro svolto e la qualità del servizio sono in rapporto con la categoria dell’albergo e il tipo di clientela che lo frequenta. Nei grandi alberghi il servizio raggiunge i massimi livelli, ed è proprio qui che si formano molti ottimi barman.

    Il ritmo di lavoro segue la vita dell’albergo: dal servizio di caffetteria del mattino a quello accurato e intimo della sera; spesso è annessa una tea room, un’area adibita al servizio pomeridiano di tè e caffè accompagnati da pasticceria, che di sera si trasforma in una sala intima e tranquilla.



     
  • Bar di piscina

    offre un servizio rapido e informale. Alla sera può diventare un piacevole punto d’incontro, con luci soffuse, candele sui tavoli, musica in sottofondo, e magari un pianista.


     
  • Bar del night:

    è simile a quello della discoteca, ma il lavoro si svolge in un’altra atmosfera: clientela adulta, musica meno assordante, ritmi meno stressanti. Di conseguenza il servizio è più curato e il contatto con il cliente è maggiore. Nei night il bar è un punto di riferimento importante: vi saranno quindi bravi professionisti che proporranno molte

    bevande miscelate e prodotti di qualità.


     
  • Bar di discoteca

    servizio informale e rapido come i ritmi della musica, ecco le principali caratteristiche di questo bar, dove in genere la qualità del servizio non è elevata, anche se vi sono discoteche dove è svolto a buoni livelli, grazie anche a una clientela più selezionata ed esigente.


     
  • Lounge bar

    è un bar molto trendy. Molti locali sono nati (o si sono riconvertiti) su questa formula; essi puntano su tre importanti concetti: relax, benessere e salute. Caratteristiche principali sono dunque musica soft rilassante, luci morbide e soffuse, ambienti arredati in modo molto caldo, accogliente e spesso intrisi di profumi, sedute a volte informali su cuscini a terra, proposte di bevande e cibi particolari e molto curati, ecc.

    Spesso nell’arredo e nelle proposte del locale vi sono influenze esotiche.


     
  • Paninoteca


     
  • Piano bar

     ha le stesse caratteristiche, ma con un’offerta di musica dal vivo eseguita da un pianista (ma non solo) che solitamente canta o si esibisce con un cantante.



     
  • Roof garden bar

    In albergo possiamo trovare anche l’american bar e il roof garden bar, posto all’ultimo piano in posizione panoramica.



     
  • Snack bar

    offre, accanto alle bevande, un ampio assortimento di cibi da consumarsi in breve tempo: tramezzini, panini, toast, insalate, primi piatti e secondi già pronti, pizza, dolci, ecc. La tecnologia aiuta molto questo tipo di lavoro, perciò trovano ampio utilizzo diversi macchinari, fra i quali: piastre e forni elettrici, forni a microonde, tostiere, affettatrici, ecc.Questi tipi di bar hanno conosciuto un grande sviluppo per l’esigenza sempre più diffusa di consumare un pasto veloce e leggero, specialmente a metà giornata e nelle grandi città.

    La paninoteca rientra in questa categoria.



     
  • STORIA
    La prima forma di locale pubblico è stata il caffè; esso nasce nel 1700 (il famoso Caffè Florian di Venezia è del 1720) come luogo in cui si degustava l’omonima bevanda che si diffondeva appunto in quegli anni, cui si aggiunsero poi la cioccolata e il tè. Il caffè si caratterizzava come punto di incontro, dove ci si intratteneva, si faceva politica, si parlava di

    letteratura, si trattavano affari, si leggevano i primi quotidiani.

    Il bar rappresenta l’evoluzione del caffè, un locale concepito per consumi più rapidi e intensi. Il punto focale del bar è il banco; non a caso il termine inglese bar, diffusosi dai primi del Novecento, indica la sbarra che separa gli avventori al banco.

    Le differenze tra i vari tipi di bar sono determinate dalla volontà e dall’esigenza di contraddistinguere il locale e la propria offerta, al fine di soddisfare e stimolare le esigenze della clientela.

    I primi elementi che determinano, e in parte vincolano, la caratterizzazione di un locale sono la posizione e la tipologia della clientela presente in una specifica zona, con le sue peculiarità ed esigenze. A questi parametri se ne aggiungono altri più soggettivi, ma pur sempre determinanti: quale clientela si vuole attrarre, che tipo di servizio si vuole offrire alla clientela desiderata, quali esigenze si vogliono soddisfare (per esempio, offrire ristoro a lavoratori in pausa pranzo, segnalarsi per il divertimento e intrattenimento, diventare un punto di incontro, ecc.).

    Molti sono i tipi di bar esistenti, ma nella realtà questi locali riuniscono le caratteristiche di più tipi, per soddisfare meglio la clientela e realizzare il successo commerciale.

    Di seguito vengono indicati i principali tipi di bar esistenti, ricordando che la classificazione ha solo un valore tecnico-commerciale, e viene utilizzata per evidenziare le prerogative del locale. Sotto il profilo normativo, non esiste alcuna distinzione tra un american bar, un bar caffè o uno snack bar: sono tutti classificati come pubblico esercizio sottoposti tutti a un’unica legislazione, salvo norme specifiche relative a laboratori di pasticceria e gelateria, impianti video, ecc. Ciò porta spesso a un uso improprio delle varie terminologie commerciali, che in alcuni casi confondono la clientela.