bullet1 In sospeso   Bacon F.

Bacone, Francesco

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INTRODUZIONE

Bacone, Francesco Nome italianizzato di Francis Bacon (Londra 22.1.1561 ivi 9.4.1626), filosofo, scienziato e uomo di stato inglese. Dopo gli studi a Cambridge e un viaggio di perfezionamento culturale in Francia, Bacone intraprese la carriera legale, aspirando a un impiego nella pubblica amministrazione. Eletto alla Camera dei Comuni nel 1584, vi rimase fino al 1614. Dal 1593 divenne consigliere forense di Elisabetta I; coinvolto nella congiura che portò alla condanna a morte del conte di Essex, suo amico, perse il favore della corte, che riconquistò, tuttavia, con l'ascesa al trono d'Inghilterra di Giacomo I. Bacone tentò di coinvolgere il re nel suo progetto politico, che contemplava l'ormai avviata unificazione di Inghilterra e Scozia e l'apertura di trattative con i cattolici; grazie a queste proposte fu nominato cavaliere e commissario per l'unificazione dei due regni.

Il suo Il progresso del sapere, che svolgeva una severa critica della speculazione metafisica, al fine di promuovere la crescita della conoscenza fondata su base empirica, venne presentato al re nel 1605; dopo l'avvocatura dello Stato, Bacone ottenne la carica di procuratore generale e nel 1618 divenne Lord cancelliere e barone di Verulamio. Nel 1620 venne pubblicato il Novum Organum; l'anno seguente, tuttavia, Bacone fu accusato dal Parlamento di corruzione. Dopo iniziali tentativi di discolparsi, Bacone, per non compromettere i suoi protettori politici, primo fra tutti il re, si rimise alla volontà dei parlamentari, i quali ordinarono che venisse pesantemente multato, imprigionato nella Torre di Londra a discrezione del re e allontanato dal Parlamento e dalla corte. Ottenuto il perdono regale, Bacone abbandonò la vita politica e si ritirò nella sua residenza di famiglia dove si dedicò agli studi, portando a compimento la stesura della Storia di Enrico VII e la rielaborazione e traduzione latina del Progresso del sapere, intitolata De dignitate et augmentis scientiarum. La tradizione vuole che sia morto per le conseguenze di un'eccessiva esposizione al freddo nel corso di esperimenti sul congelamento dei corpi nella neve.

Gli scritti di Bacone si possono suddividere in tre categorie: scritti filosofici, opere letterarie, opere di diritto e politica. Fra le sue opere filosofiche più importanti sono da ricordare: Le cose pensate e le cose viste (1607) e La grande restaurazione, incompiuta, che raccoglie Il progresso del sapere, il Novum Organum (1620) e la Storia naturale e sperimentale (1622). Dopo la morte di Bacone, venne pubblicata la Nuova Atlantide (1627), uno scritto utopico in cui si descrive la vita degli abitanti di un'isola immaginaria, dove la scienza è posta al loro servizio. Fra le opere non filosofiche di Bacone si ricordano i Saggi di argomento morale, politico ed economico, pubblicati più volte tra il 1597 e il 1625, e la già citata Storia di Enrico VII (1622), una ricerca storico-erudita.

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LA RIFORMA DEL METODO INDUTTIVO

Bacone è considerato il fondatore di una nuova logica di tipo sperimentale e induttivo, che intendeva sostituirsi a quella aristotelica. Poiché gli scritti logici di Aristotele erano conosciuti con il titolo complessivo di Organon (che significava in lingua greca "strumento" del pensiero), Bacone pubblicò la sua opera principale con il titolo latino Novum Organum. Da un lato Bacone opponeva la sua nuova concezione all'aristotelismo ancora imperante al suo tempo, respingendo così l'idea che l'autorità dei filosofi antichi fosse l'unica garanzia della verità; dall'altro egli respingeva la filosofia degli alchimisti rinascimentali, perché fondata su "ciechi esperimenti" e su presupposti vaghi e ambigui.

Bacone teorizzò l'esigenza di abbandonare il modo di procedere essenzialmente teorico della scienza ereditata dagli antichi, che si basava, anziché sull'osservazione della natura, su un metodo prevalentemente deduttivo e aprioristico, ovvero su un impiego della "mente distaccata e disgiunta dall'evidenza dei fatti". A questo procedimento Bacone volle opporne uno dotato di fecondità euristica, capace di condurre a nuove scoperte mediante l'impiego di un metodo induttivo.

L'induzione però non era intesa da Bacone come nella logica di Aristotele, in cui si partiva dai dati osservati ma di lì si saltava alle proposizioni più generali. La "vera via" che Bacone indicava era quella che partiva dalle sensazioni e dai fatti particolari per risalire a proposizioni intermedie, ascendendo in modo progressivo e continuo fino ad arrivare a quelle più generali. Questa via presupponeva che l'esperienza, purché sottoposta ad una elaborazione razionale, fosse la fonte della nostra conoscenza, la quale ha come scopo quello di assoggettare la natura alle nostre richieste, piegandola al servizio dell'uomo.

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LA DOTTRINA DEGLI "IDOLI"

La metodologia presentata nel Novum Organum comprende una pars destruens intesa a rimuovere tutti i pregiudizi e i preconcetti che generano concezioni erronee, denominate "idoli". Essi sono gli "idoli della tribù" (cioè gli errori radicati nell'intero genere umano), gli "idoli della spelonca" (derivanti dall'educazione ricevuta e dalle abitudini contratte da ciascun uomo, la cui prospettiva individuale è simile alla caverna di cui parla Platone nella Repubblica), gli "idoli del foro" (che coincidono con i pregiudizi derivanti dall'uso del linguaggio) e gli "idoli del teatro" (i dogmi delle filosofie tramandate, recitati come se fossero testi di teatro).

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LA DOTTRINA DELLE "TAVOLE"

Alla pars destruens seguiva il metodo vero e proprio (pars construens), fondato su una classificazione dei fenomeni naturali in apposite "tavole" (della presenza, delle deviazioni o di assenza in prossimità, dei gradi o delle comparazioni), che consentivano sia di escludere le soluzioni errate circa le loro cause, sia di avanzare una prima ipotesi intorno a esse. Infine si trattava di pervenire a una convalida di questa ipotesi ricorrendo a specifici esperimenti. Scopo di questo procedimento era padroneggiare i processi naturali e riprodurli artificialmente.

Pur ponendo le basi del metodo sperimentale della scienza moderna, Bacone non comprese, a differenza di Galilei, l'importanza dell'applicazione della matematica allo studio della natura. Nondimeno egli riconobbe l'importanza pratica e operativa della scienza della natura, secondo una prospettiva che coniugava il principio secondo cui "sapere è potere" a quello per cui si può "comandare alla natura solo obbedendo ad essa", cioè alle sue leggi. Il Novum Organum ebbe inoltre un'influenza decisiva sullo sviluppo successivo dell'empirismo inglese. Infine Bacone espresse fra i primi, nell'età moderna, una visione della storia basata sulla considerazione del sapere umano come complesso di energie in continuo sviluppo, per la quale "la verità è figlia del tempo".

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