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Visigoti

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INTRODUZIONE

Visigoti Popolazione germanica che con gli ostrogoti costituì uno dei due rami principali dei goti. Originari di una regione a ovest del mar Baltico secondo Plinio il Vecchio, sotto il regno dell’imperatore Aureliano (270-275 d.C.) si stabilirono a sud-est, in Dacia, e nel 376, sospinti dagli unni, cercarono la protezione dell'imperatore romano Valente. Questi concesse loro il permesso di stanziarsi come foederati nella provincia imperiale della Mesia, in cambio dell'impegno a contribuire alla sua difesa. Una rivolta di militi visigoti, provocata dai maltrattamenti inflitti dagli ufficiali romani, si trasformò rapidamente in guerra aperta, che si concluse nel 378 con la sconfitta e la morte dell’imperatore Valente nella battaglia di Adrianopoli (attuale Edirne): nel corso del conflitto la stessa Costantinopoli venne minacciata. Teodosio, successo a Valente come imperatore d'Oriente, si riappacificò con i visigoti e incorporò il loro esercito in quello imperiale. In questo periodo il vescovo Ulfila tradusse la Bibbia in gotico, impegnandosi poi nella conversione dei visigoti all'arianesimo.

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IL REGNO VISIGOTO

Alla morte di Teodosio, nel 395, i visigoti ruppero il legame pacifico con Roma; Alarico invase la Grecia prima e l'Italia poi, saccheggiando Roma nel 410. Nello stesso anno ad Alarico succedette Ataulfo, che condusse i visigoti in Spagna attraverso i Pirenei. Tra il 415 e il 418 il successore di Ataulfo, Vallia, conquistò buona parte della penisola iberica e della Gallia meridionale, fondando un regno visigoto in Aquitania (vedi Regni romano-barbarici) che ebbe Tolosa come capitale. Il successore di Vallia, Teodorico I, morì nella battaglia dei Campi Catalaunici contro gli unni di Attila nel 451; suo figlio Eurico mantenne l’indipendenza del regno visigoto da Roma, introducendo tuttavia molti elementi del diritto e della cultura romani ed estendendo ulteriormente i suoi possedimenti in Francia e in Spagna.

Successivamente il regno dovette affrontare difficoltà interne, dovute all’ostilità dei nobili visigoti verso l’istituzione di una monarchia ereditaria, e minacce esterne, rappresentate dall’impero bizantino e dai franchi. Per ottenere maggiore fedeltà dai sudditi romani e cristiani il successore di Eurico, Alarico II, emanò nel 506 un codice di leggi noto come breviario di Alarico. L’anno dopo il re franco Clodoveo sconfisse i visigoti a Vouillé e ne circoscrisse il regno ai soli territori iberici, togliendo loro i possedimenti in Provenza. Nonostante i tentativi di mantenere l’unità del regno, i cui possedimenti nel frattempo si erano ampliati in seguito alla conquista, nel 585, del regno degli svevi (corrispondente all’odierna Galizia) da parte del re Leovigildo, la potenza visigota si avviò verso il declino: l'ultimo re visigoto, Roderico, dovette soccombere ai musulmani nella battaglia di Rio Barbate nel 711; due anni dopo la Spagna cadeva definitivamente in mano ai mori, mentre ai visigoti non rimase che rifugiarsi nel regno indipendente cristiano delle Asturie.

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