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Russell
Russell, Bertrand
Russell, Bertrand (Trelleck, Galles 1872 - Pernhyndeudraeth, Galles 1970), filosofo britannico. Compiuti
gli studi presso il Trinity College di Cambridge, raggiunse la fama accademica con l'opera
Principi della matematica (1903), in cui aderì sia all’approccio realista di George Edward Moore,
sia al rigoroso programma "logicista" di Gottlob Frege, che formalizzava i principi della
matematica
e li ricostruiva a partire dalla logica. Lavorò successivamente per otto anni con Alfred North Whitehead
alla monumentale opera Principia mathematica (3 voll., 1910-1913), nella quale cercò di
ridurre tutta la matematica alla logica; i Principia, utilizzando il sistema notazionale di Giuseppe
Peano, presentavano la "teoria dei tipi", secondo la quale gli elementi di un universo di
discorso sono
riuniti in classi disgiunte (tipi) che appartengono, a loro volta, a classi di ordine superiore.
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L’IMPEGNO POLITICO E CIVILE
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Nel 1918 Russell venne privato della cattedra a Cambridge e arrestato per le sue prese di posizione
antimilitariste e pacifiste; scrisse in prigione l'Introduzione alla filosofia matematica (1919)
e
quindi, tornato all'insegnamento, Teoria e pratica del bolscevismo (1920), in cui criticò duramente
il totalitarismo sovietico. In seguito scrisse Perché non sono cristiano (1927) e Matrimonio
e
morale (1929), opere in cui attaccò la religione e difese la libertà sessuale. Nel 1950 fu insignito
del premio Nobel per la letteratura. L'impegno civile di Russell, la sua partecipazione ai movimenti
di
emancipazione della società e la promozione di valori come la tolleranza, la pace e la libertà (risale
al 1963 la fondazione della Bertrand Russell Peace Foundation, istituita per fermare la corsa agli
armamenti), gli fruttarono una notorietà che si estese ben oltre il mondo accademico.
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IL PENSIERO FILOSOFICO: LOGICA E LINGUAGGIO
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In campo filosofico Russell diede impulso al neopositivismo, influenzò il pensiero di Ludwig Wittgenstein
e fu un sostenitore della rinascita dell’empirismo in epistemologia. Tra le sue numerose opere si
ricordano Sulla denotazione (1905); I problemi della filosofia (1912); Misticismo e
logica (1918); L’analisi della mente (1921); Ricerca su significato e verità (1940); La
conoscenza umana
(1948); Logica e conoscenza (1956); La mia vita in filosofia (1959).
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La teoria delle descrizioni e l’atomismo logico
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Il più importante contributo di Russell alla filosofia del linguaggio consistette nel tentativo di avviare
una formalizzazione del linguaggio in termini logico-matematici. Egli elaborò una teoria delle
descrizioni, secondo cui occorre distinguere fra i nomi propri, che hanno una denotazione chiara (ad
esempio Walter Scott) e le "descrizioni", usate nel linguaggio corrente (ad esempio "l'autore
del
Waverley"), che sono prive di denotazione chiara e costituiscono simboli incompleti, i quali
non hanno un significato autonomo. Da qui nasceva il progetto di ritrascrivere le proposizioni che
contengono descrizioni di questo tipo in enunciati che consentano di superare ogni margine di ambiguità.
Ad esempio, una frase del tipo "Walter Scott è l'autore del Waverley" va ritradotta
in "esiste
una sola entità che scrisse Waverley e chiunque scrisse Waverley è Walter Scott".
Allo stesso modo, la frase "l'attuale re di Francia è calvo" va esplicitata nell'enunciato:
"c'è un'entità che è ora re di
Francia e questa entità è calva", di cui è possibile affermare la falsità.
Dall'incontro con Wittgenstein, inoltre, Russell trasse spunti per elaborare la teoria dell'atomismo
logico, secondo cui la realtà è costituita da oggetti particolari, ossia da fatti atomici (come
l'appartenenza di una certa proprietà semplice a un oggetto particolare) e da fatti complessi; questi
possono essere espressi in un linguaggio logicamente perfetto, costruito sulla connessione di
"proposizioni atomiche", la cui verità è accertabile mediante l'osservazione sensibile dei
fatti a esse corrispondenti.
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